Morte cardiaca improvvisa: serve più prevenzione

Pubblicati sulla rivista Lancet i risultati della Commissione internazionale sul tema. Fra i membri della task force, la professoressa Lia Crotti di Milano-Bicocca
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Lia Crotti

Sulla rivista Lancet sono stati recentemente pubblicati i risultati di una Commissione internazionale dedicata alle attuali conoscenze sulla morte cardiaca improvvisa. Della task force,  formata da 30 esperti internazionali in varie discipline mediche, ha fatto parte la professoressa Lia Crotti di Milano-Bicocca, direttrice del Centro Cardiomiopatie e dell’Unità di Riabilitazione cardiologica e vice-Direttrice del Centro Aritmie Genetiche dell’Auxologico Irccs.

La commissione ha fornito una valutazione critica delle attuali conoscenze e individuato gli aspetti che vanno migliorati per ridurre l'incidenza della morte cardiaca improvvisa. Nonostante i significativi progressi in ambito cardiologico, ogni anno nel mondo le morti improvvise sono ancora 4-5 milioni (con un trend stabile negli ultimi 30 anni), prevalentemente il risultato di malattie cardiache, talvolta misconosciute, che causano nella vittima fibrillazione ventricolare e arresto cardiaco. La causa principale rimane l'infarto miocardico, ma soprattutto nei giovani e negli atleti hanno un ruolo di primo piano le malattie aritmogene ereditarie.

In questo quadro, secondo la task force, un ruolo fondamentale devono avere la prevenzione e la gestione dei fattori di rischio tradizionali per le malattie coronariche e l’infarto (ipertensione, ipercolesterolemia, sedentarietà, fumo, diabete etc…). Nei pazienti con nota cardiopatia, i cardiologi possono implementare terapie specifiche e, nei casi a più alto rischio, prevedere l’impianto di un defibrillatore. Nelle forme geneticamente determinate, la genetica può aiutare sia nella diagnosi precoce sia nel migliorare la stratificazione del rischio. La commissione propone approcci innovativi anche attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti, come l’intelligenza artificiale.

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