Questo è il risultato di uno studio coordinato dal prof. Carlo Gambacorti Passerini e dall’Università di Milano Bicocca – IRCCS San Gerardo, che ha coinvolto 21 centri in Lombardia.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Hematological Oncology nel numero di settembre, ed è già disponibile.
Il risultato è il primo del suo genere per la metodica con cui è stato ottenuto, e rappresenta un aumento di quasi 10 volte nel numero di pazienti con LMC rispetto al 2005.
“La prevalenza di una malattia come la LMC – dichiara il prof. Gambacorti – è molto importante perché permette di valutare la dimensione sociale e il carico finanziario che una malattia comporta. Finora – continua il prof. Gambacorti – essa veniva stimata partendo da dati indiretti, come l’incidenza e la probabilità di sopravvivenza, mentre nel nostro studio è stata misurata direttamente. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione dei 21 centri lombardi, ma anche dell’agenzia lombarda responsabile dell’acquisto dei farmaci ad alto costo (ARIA), che ha fornito i dati prescrittivi lombardi dal 2004 al 2022."
Questi dati dimostrano quanto la LMC sia diventata più frequente nella popolazione grazie alle nuove terapie introdotte dal 2000, che hanno portato i pazienti affetti da LMC a passare da un’aspettativa di vita di 2-3 anni a una identica a quella di una persona normale, a testimonianza dell’efficacia, ma anche della sicurezza, dei farmaci utilizzati.
"È ora importante assicurare che ogni paziente lombardo riceva il miglior trattamento possibile – conclude il prof. Gambacorti –; a questo proposito, abbiamo allegato nel lavoro pubblicato una lista di raccomandazioni cliniche e logistiche che riteniamo importanti a tal fine."
L’aumento sembra continuare anche oggi: una nuova analisi è prevista nei centri che partecipano alla Rete Ematologica Lombarda (REL) all’inizio del 2025. Non è irrealistico prospettare che, nel giro di 10-15 anni, una persona ogni 1.000 in Lombardia sarà affetta da questa malattia. È quindi fondamentale che riceva le migliori cure possibili, capaci di garantire un’aspettativa di vita e una qualità della stessa pari a quelle di una persona sana.
Questi risultati saranno utili in molti altri paesi.